Misurare la pressione regolarmente è una cosa davvero importante per la salute del cuore. Molti sanno che un valore alto è rischioso per infarto e ictus, ma pochi conoscono le soglie numeriche che davvero indicano un’emergenza. Sapere quando è il momento di chiamare il 112 può fare la differenza tra la vita e la morte. Perciò, controllare spesso la pressione e conoscere i valori di allarme è il primo passo della medicina preventiva in cardiologia.
La crisi ipertensiva: non solo un mal di testa
Una crisi ipertensiva non è semplicemente “un picco” passeggero. È una condizione che può diventare mortale se non si interviene subito. Si distinguono due forme:
Urgenza ipertensiva – la pressione è molto alta, ma non ci sono ancora danni evidenti a cervello, cuore o reni. Serve un intervento rapido, però la situazione non è ancora considerata critica.
Emergenza ipertensiva – la pressione supera le soglie critiche e comincia a danneggiare gli organi vitali. Qui serve chiamare subito il 112 perché il rischio di emorragia cerebrale o insufficienza cardiaca è altissimo.
Distinguere tra le due è fondamentale, altrimenti si rischia di perdere tempo prezioso.
I valori di emergenza da non sottovalutare
I numeri che segnalano un’emergenza sono chiari e non lasciano spazio a dubbi. Quando la pressione sistolica è ≥ 180 mmHg o la pressione diastolica è ≥ 120 mmHg, il cuore e gli altri organi sono sotto stress estremo. Questi valori non sono semplici avvertimenti, indicano che il paziente deve essere portato subito al pronto soccorso o in terapia intensiva. Se vedi questi numeri sul misuratore, chiama subito il 112, senza esitazioni.
Alcuni studi suggeriscono che in certe persone, come gli anziani, le soglie possano essere un po’ più basse; quindi potrebbe essere prudente stare più attenti anche se i valori non raggiungono esattamente 180/120.
I sintomi che accompagnano l’emergenza
Oltre ai numeri, ci sono segni clinici che indicano coinvolgimento di organi specifici:
Dolore al petto – può segnalare un infarto in corso, con ridotta perfusione coronarica.
Fiato corto o dispnea – tipico dell’insufficienza cardiaca acuta, dovuta all’aumento del carico al ventricolo.
Intorpidimento, debolezza o paralisi di un arto – può essere un ictus ischemico o emorragico, segno di danno cerebrale.
Cefalea improvvisa e violenta – spesso associata a emorragia cerebrale, specialmente se con nausea o vomito.
Disturbi visivi – visione offuscata o perdita temporanea della vista, possibile edema papilledemico o problemi vascolari retinici.
Vertigini e nausea – manifestazioni di alterazioni neurologiche secondarie a ipoperfusione cerebrale.
Se appare anche solo uno di questi sintomi insieme ai valori critici, la situazione diventa ancora più urgente.
Cosa fare e cosa non fare
Cosa fare:
Mantieni la calma. Respira piano, inspirando lentamente; lo stress può alzare ancora di più la pressione.
Siediti con la schiena appoggiata e le gambe leggermente sollevate, così aiuti il ritorno venoso e riduci la pressione intracranica.
Chiama subito il 112. Fornisci all’operatore i numeri esatti della pressione e i sintomi che senti.
Cosa non fare:
Non prendere farmaci antipertensivi senza prescrizione medica, perché una caduta brusca della pressione può provocare ischemia negli organi.
Non sdraiarti completamente a meno di sentirti svenire; la posizione supina può aumentare il ritorno venoso e peggiorare l’edema polmonare.
Non guidare da solo verso l’ospedale; la guida può far perdere tempo e aumentare il rischio di incidenti.
Seguire queste semplici linee guida aiuta a limitare i danni mentre si attende l’arrivo dei soccorsi specializzati.
Conclusione
La pressione arteriosa è un indicatore fondamentale della salute. Conoscere i valori che richiedono un intervento immediato è il primo passo per proteggere te stesso e chi ti sta intorno. Ricorda: se la pressione supera 180/120 mmHg o compaiono sintomi preoccupanti, chiama subito il 112. La prontezza può salvare vite.