Quando si pensa alla polmonite, è comune associarla ai mesi più freddi dell’anno. Tuttavia, questa infezione può insorgere anche in estate, spesso cogliendo di sorpresa chi ignora i numerosi fattori di rischio specifici delle stagioni calde. Comprendere le cause meno evidenti della polmonite estiva è fondamentale non solo per la prevenzione, ma anche per una diagnosi tempestiva, riducendo la probabilità che la patologia si complichi o venga sottovalutata.
Le cause ambientali e comportamentali della polmonite in estate
Durante la stagione calda, alcuni comportamenti e condizioni ambientali possono aumentare il rischio di sviluppare un’infezione polmonare. Primo fra tutti l’uso prolungato e spesso scorretto di condizionatori e climatizzatori. L’aria fredda e secca prodotta da questi apparecchi, se mal gestita, può irritare la mucosa delle vie aeree, indebolendo le difese locali e facilitando l’ingresso di agenti patogeni. Inoltre, filtri sporchi o non adeguatamente sanificati possono trattenere germi, polveri e funghi, diffondendoli poi all’interno degli ambienti chiusi e aumentando così il rischio di infezioni respiratorie, tra cui la polmonite.
Una causa ambientale meno intuitiva ma molto significativa è rappresentata dall’inquinamento atmosferico, e in particolare dall’ozono. Durante l’estate, i livelli di ozono nelle città italiane sono tra i più alti d’Europa; questo gas, prodotto dalla combinazione dell’inquinamento urbano e dell’irraggiamento solare, è un potente irritante per le mucose delle vie aeree. L’esposizione prolungata a concentrazioni elevate di ozono contribuisce a creare una condizione infiammatoria delle vie respiratorie, predisponendo l’organismo alle infezioni e lavorando in sinergia con altri fattori di rischio come il caldo afoso e gli sbalzi termici dovuti all’aria condizionata.
Non va poi dimenticato il rischio rappresentato dai bruschi sbalzi di temperatura. Passaggi rapidi da ambienti molto caldi a spazi climatizzati, o viceversa, sottopongono l’apparato respiratorio a uno stress termico che ne mina l’efficacia nel neutralizzare i batteri e i virus.
Agenti infettivi: batteri e virus fuori stagione
La polmonite viene comunemente considerata una malattia infettiva, scatenata da batteri, virus, funghi o, più raramente, parassiti. Sebbene lo Streptococcus pneumoniae sia tra i batteri più frequentemente coinvolti, durante l’estate si evidenziano altre problematiche: si assiste spesso a vere e proprie ondate di infezioni virali “fuori stagione”, dovute a rhinovirus, enterovirus, adenovirus, metapneumovirus e, in misura minore ma persistente, Sars-CoV-2. Si stima, ad esempio, che nel solo mese di giugno ci siano stati centinaia di migliaia di casi settimanali di infezioni da questi virus, che possono provocare o facilitare la sovrainfezione batterica responsabile della polmonite.
Per quanto concerne i batteri, vanno menzionate specie tipiche dell’apparato respiratorio umano come Haemophilus influenzae e Staphylococcus aureus, e patogeni legati all’uso di acqua contaminata, come la Legionella, comunemente implicata nei contagi correlati a sistemi di climatizzazione, piscine o docce in ambienti scarsamente igienizzati.
Non meno importante è il ruolo di infezioni endogene: batteri già presenti nell’organismo in forma latente vengono riattivati a causa di un calo delle difese immunitarie, di stress, stanchezza o altre circostanze predisponenti, causando improvvisamente un processo infettivo acuto.
Fattori predisponenti e condizioni “nascoste”
Oltre agli agenti esterni, esistono condizioni individuali che aumentano la suscettibilità alla polmonite estiva ma che spesso restano sottovalutate o sconosciute. Tra queste vi sono:
- Bronchiectasie: dilatazioni anomale e permanenti dei bronchi che favoriscono la colonizzazione batterica.
- Malformazioni bronchiali: alterazioni congenite o acquisite che ostacolano il normale deflusso del muco e ne facilitano l’infezione cronica.
- Ostruzioni bronchiali: presenza di granulomi, corpi estranei dimenticati o tumori in fase iniziale che, impedendo il fisiologico drenaggio delle secrezioni, favoriscono la proliferazione di germi e lo sviluppo secondario di polmonite.
- Immobilizzazione prolungata: tipica di chi trascorre molto tempo a letto o è costretto all’inattività per motivi di salute, comporta un maggiore ristagno delle secrezioni nei polmoni.
- Difese immunitarie compromesse: si tratta di soggetti anziani, bambini piccoli, persone con patologie croniche come diabete, insufficienza renale o infezione da HIV, che presentano un rischio superiore di ammalarsi di polmonite anche quando l’agente infettivo in circolazione non è particolarmente aggressivo.
- Abitudini alimentari scorrette e abuso di alcolici, che possono alterare la funzione di barriera delle mucose e aumentare il rischio di aspirazione accidentale di cibo o liquidi (“polmonite ab ingestis”).
Inoltre, non si può trascurare la cosiddetta polmonite ab ingestis, generata da inalazione di sostanze estranee quali cibo o secrezioni orali, più frequente nei periodi in cui le persone si concedono pasti abbondanti o alcolici, magari all’aperto e in condizioni di distrazione.
Prevenzione: strategie e consigli pratici
Per limitare il rischio di insorgenza di polmonite durante l’estate, è importante adottare alcune strategie preventive:
- Mantenere puliti e sanificati i filtri dei condizionatori, evitando l’uso prolungato ed eccessivo di aria fredda e secca.
- Evitare sbalzi termici, cercando di acclimatarsi gradualmente quando si entra o si esce da ambienti climatizzati.
- Prestare attenzione ai segnali di irritazione delle vie aeree — tosse persistente, malessere generale, difficoltà respiratoria — e rivolgersi tempestivamente a uno specialista in presenza di sintomi dubbi.
- Segnalare rapidamente situazioni di immobilità, difficoltà a deglutire o episodi di aspirazione involontaria, specialmente in soggetti fragili.
- Favorire uno stile di vita sano, una dieta equilibrata e una corretta idratazione, elementi che aiutano a mantenere efficienti i meccanismi di difesa delle vie aeree.
- Vaccinarsi contro influenza e pneumococco, secondo le indicazioni del proprio medico, soprattutto se si rientra nelle categorie a rischio.
In caso di polmonite recidivante o che si manifesta in modo insolito, il consulto specialistico è fondamentale per escludere condizioni nascoste come ostruzioni bronchiali, problemi immunitari o infezioni non riconosciute in precedenza.
In definitiva, la polmonite non è una prerogativa delle stagioni fredde e può manifestarsi anche nel periodo estivo, spesso a causa di una molteplicità di fattori ambientali, infettivi e individuali che agiscono in sinergia. Solo una maggiore consapevolezza, un’attenzione costante alle proprie condizioni e la prevenzione possono aiutare a ridurre il rischio di sviluppare questa insidiosa patologia fuori stagione.