Perché il seno può puzzare di formaggio: ecco la risposta dell’esperto

Il fenomeno dell’odore sgradevole e talvolta simile a quello del formaggio proveniente dal seno, in particolare dall’area del solco sottomammario o dai capezzoli, è una questione che interessa molte donne, sia durante l’allattamento sia fuori dalla gravidanza. Nonostante possa generare imbarazzo o preoccupazione, nella maggior parte dei casi questo odore è una conseguenza di processi fisiologici o leggeri squilibri dell’igiene o della microflora cutanea. Gli esperti chiariscono le cause principali, distinguendo tra condizioni normali e situazioni in cui è opportuno rivolgersi a un medico.

Il ruolo del sudore e delle ghiandole apocrine

Nella pelle delle aree mammarie sono presenti due tipi principali di ghiandole sudoripare: le ghiandole apocrine e le ghiandole eccrine. Le ghiandole apocrine, particolarmente numerose intorno al capezzolo e nei solchi sottomammari, secernono sudore ricco di proteine e lipidi nei follicoli piliferi. Questo sudore, in realtà inizialmente privo di odore, diviene maleodorante solo quando entra in contatto con i batteri che popolano naturalmente l’epidermide. I batteri decompongono le sostanze presenti nel sudore apocrino e producono composti volatili dall’aroma forte e spesso pungente, che può ricordare quello dei formaggi stagionati o fermentati.

Questa è la base della cosiddetta bromidrosi, ossia odore corporeo forte o insolito, e può essere accentuata da una maggiore sudorazione, da un ambiente caldo-umido nel solco sottomammario e da indumenti poco traspiranti. Fattori come sovrappeso, seni voluminosi e scarsa aerazione cutanea intensificano la sudorazione apocrina e, di conseguenza, la formazione di odori sgradevoli.

Alterazioni legate all’igiene e alla microflora cutanea

Un’altra causa frequente dell’odore intenso simile al formaggio al seno è collegata a scarsa igiene dell’area o alla permanenza di residui di sudore, latte o sebo tra le pieghe cutanee. Gli esperti ribadiscono che la pelle sotto il seno è particolarmente soggetta a ristagnare umidità, creando un ambiente caldo e umido favorevole alla proliferazione batterica e fungina. La cattiva aerazione, determinata dall’utilizzo prolungato di reggiseni sintetici o di indumenti troppo aderenti, può peggiorare la situazione.

Inoltre, la presenza di secrezioni mammarie fisiologiche, latte residuo nei capezzoli durante il periodo dell’allattamento, o la macerazione della pelle sotto il seno, favoriscono l’insediamento di specie microbiche che, tramite la degradazione di proteine e grassi, producono composti odorosi forti.

Molte donne che utilizzano troppo a lungo le stesse coppette assorbilatte, che non lavano bene la zona o che cambiano raramente il reggiseno, descrivono un odore pungente riconducibile a quello del formaggio fermentato. In questo caso, una corretta igiene cutanea, l’asciugatura completa dopo la doccia e l’uso di indumenti traspiranti rappresentano semplici ma efficaci rimedi.

Fattori specifici dell’allattamento e dell’odore del latte materno

Durante il periodo dell’allattamento, molte donne segnalano che, sia il seno sia il latte estratto, possono avere un odore e un sapore insoliti, a volte simili a quello del formaggio o del pesce. Uno dei motivi principali, secondo gli specialisti, è l’attività dell’enzima lipasi nel latte materno. La lipasi serve a scomporre i grassi presenti nel latte per renderli assimilabili dal neonato. Nei casi in cui l’attività della lipasi è particolarmente elevata, può produrre derivati grassi volatili dall’aroma intenso e poco piacevole.

Questa situazione è assolutamente normale e non indica alcun problema di salute né per la madre né per il bambino. Tuttavia, se il latte materno mostra un odore marcatamente rancido o sgradevole anche dopo breve conservazione, potrebbe essere in atto un processo di ossidazione dei grassi, eventualmente favorito da una conservazione non corretta. In questi casi, il latte va eliminato e l’igiene della strumentazione usata per l’estrazione va accuratamente controllata.

Possibili rimedi in allattamento

  • Lavare i seni e le mani prima dell’estrazione del latte.
  • Utilizzare contenitori perfettamente puliti e ben asciugati.
  • Scaldare brevemente il latte estratto (pastorizzazione rapida) per inattivare l’enzima lipasi, come suggeriscono alcuni professionisti.
  • Conservare immediatamente il latte in contenitori refrigerati.

Queste semplici attenzioni spesso consentono di mantenere il latte materno privo di odori sgradevoli e di ridurre il rischio di fermentazione batterica.

Quando l’odore può indicare una patologia

Sebbene nella maggioranza dei casi l’odore tipo formaggio del seno sia benigno, esistono alcune condizioni che meritano attenzione specialistica. Se la cute del seno appare arrossata, dolorante, desquamata, con secrezioni anomale o pus, oppure se l’odore è improvvisamente intenso e persistente, è importante una valutazione medica per escludere la presenza di infezioni cutanee, dermatiti (in particolare intertrigine micotica), candidosi, o la presenza di piccole fistole o ascessi.

In allattamento, infezioni batteriche o da lieviti possono produrre secrezioni maleodoranti e un cambiamento di colore del capezzolo o del latte. L’odore di formaggio in presenza di questi segnali deve sempre essere portato all’attenzione del medico di fiducia o del proprio ginecologo.

Un altro campanello d’allarme è rappresentato dalla persistenza dell’odore nonostante una regolare e accurata igiene, oppure dall’associazione con sanguinamenti, prurito o alterazioni della consistenza della pelle. In questi casi è opportuno approfondire con esami mirati per escludere patologie dermatologiche o mammarie più serie.

Consigli pratici per prevenire e gestire l’odore di “formaggio” al seno

Al fine di ridurre la comparsa di odori sgradevoli simili a quelli dei formaggi fermentati, i dermatologi e i senologi propongono alcune semplici strategie da integrare nella routine di cura personale:

  • Mantenere una detersione accurata delle pieghe sotto il seno e dei capezzoli, utilizzando detergenti delicati adatti alle pelli sensibili.
  • Asciugare sempre bene la pelle dopo il bagno, soprattutto nei solchi e nelle aree meno ventilate.
  • Indossare indumenti di cotone o di fibre naturali, cambiandoli spesso, per favorire la traspirazione e ridurre l’accumulo di sudore e batteri.
  • In caso di abbondante sudorazione, utilizzare piccoli teli asciutti o specifiche polveri assorbenti evitando però prodotti irritanti.
  • Evitare l’uso prolungato di coppette assorbilatte troppo impregnate, preferendo prodotti traspiranti e a ricambio frequente.
  • In presenza di sintomi persistenti o lesioni, consultare un professionista per una diagnosi accurata e una terapia mirata.

In definitiva, il caratteristico odore di “formaggio” che a volte si avverte a livello del seno è nella maggior parte dei casi il risultato della naturale interazione tra sudore apocrino, microflora cutanea e microclima locale. L’adozione di una buona igiene, insieme all’attenzione per segnali atipici, permette di distinguere tra cause comuni e segnali di possibili patologie da approfondire. Grazie ai consigli degli esperti, il fastidio può essere prevenuto e gestito con semplicità, vivendo con più serenità la quotidianità e il periodo dell’allattamento.

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