Il telepedaggio rappresenta uno dei sistemi più innovativi per il pagamento automatico dei pedaggi sulle autostrade italiane, semplificando la vita di milioni di automobilisti attraverso dispositivi elettronici installati a bordo veicolo. Ma chi è effettivamente il proprietario e il controllore di questi servizi, e quale realtà si cela dietro il dispositivo che utilizzi ogni giorno?
La proprietà dietro il servizio di telepedaggio
In Italia, il marchio che più di tutti si identifica con il telepedaggio è Telepass. Attualmente, Telepass S.p.A. è parte del gruppo Mundys, una holding che gestisce importanti infrastrutture e servizi di mobilità a livello nazionale e internazionale. Mundys stessa è controllata da Edizione, la holding finanziaria della famiglia Benetton, che rimane dunque il principale referente del capitale e del controllo strategico dell’azienda Telepass.
Il controllo di Telepass è strutturato in modo trasparente e articolato:
- Telepass S.p.A. è al 100% di proprietà del gruppo Mundys.
- Mundys è posseduta per il 100% da Edizione, tramite società dedicate alla gestione degli asset infrastrutturali.
- Sottogruppi o società controllate da Telepass spaziano dai servizi di brokeraggio assicurativo (Telepass Broker) alla gestione tecnologica tramite società come Infoblu e Wash Out.
Il fondamento del telepedaggio italiano nacque dal conferimento delle attività di Autostrade per l’Italia, storica società concessionaria, in favore di Telepass nel 2008, centrando così la gestione nella nuova entità e separando la manutenzione delle infrastrutture dalla gestione dei pagamenti automatizzati.
Come funziona la catena di controllo del telepedaggio
I servizi di telepedaggio non sono gestiti solo da un attore unico, sebbene Telepass rappresenti il leader di mercato e il sistema storicamente più diffuso. L’infrastruttura di gestione si basa su diversi livelli:
- Gestione amministrativa e strategica: esercitata da Mundys tramite Telepass S.p.A. e sue controllate.
- Erogazione del servizio: Telepass e altri operatori abilitati emettono il dispositivo e gestiscono il rapporto diretto con gli utenti, dagli abbonamenti all’assistenza tecnica e commerciale.
- Sistema di interconnessione: il sistema Telepass è stato progettato per dialogare con la rete dei concessioni autostradali, permettendo l’interoperabilità tra numerosi operatori e la riscossione dei pedaggi anche quando si transita su tratte gestite da società differenti.
- Autorizzazione e vigilanza: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, insieme alla normativa UE, garantisce la regolazione e l’abilitazione dei soggetti che possono offrire il servizio e l’integrità delle reti di pagamento elettronico.
Questa filiera garantisce all’utente sicurezza delle transazioni e continuità del servizio su tutto il territorio nazionale.
Apertura alla concorrenza: nuovi operatori e alternative a Telepass
Negli ultimi anni il settore del telepedaggio in Italia ha visto l’ingresso di nuovi operatori che hanno rotto il monopolio di Telepass, offrendo alternative spesso più flessibili e digitali, tra cui UnipolMove e MooneyGo. Questi soggetti sono principalmente società assicurative e gruppi bancari che, avvalendosi delle recenti normative in materia di apertura del mercato, hanno ottenuto le autorizzazioni necessarie per proporre i propri dispositivi e servizi di pagamento automatico del pedaggio.
Le procedure di attivazione di questi nuovi servizi sono spesso digitalizzate e semplificate:
- Accesso tramite portale web o app dedicata dell’operatore.
- Registrazione dei dati personali e del veicolo, con scelta della modalità di pagamento (IBAN, carte bancarie, ecc.).
- Ricezione del dispositivo a domicilio o in agenzia e installazione autonoma in pochi minuti.
- Libertà di modificare il metodo di pagamento tramite area riservata.
L’ingresso di nuovi operatori non solo favorisce la concorrenza e possibili risparmi per l’utente, ma sottolinea come il controllo effettivo del servizio di telepedaggio non sia più esclusivamente nelle mani di Telepass o della sua proprietà di origine, bensì condiviso con altri attori autorizzati dal regolatore pubblico.
Gestione dei dati, privacy e digitalizzazione: chi “controlla” davvero il telepedaggio?
Accanto all’aspetto societario, la questione del “controllo” del telepedaggio riguarda anche la gestione dei dati personali e dei movimenti degli utenti. Le aziende che erogano il servizio – sia Telepass che i nuovi concorrenti – sono responsabili della raccolta, conservazione e trattamento dei dati relativi a transiti, pagamenti e spostamenti degli automobilisti.
La normativa italiana ed europea (Regolamento GDPR) impone alle società di telepedaggio specifici obblighi in materia di privacy, garantendo agli utenti il diritto di essere informati sulle modalità di trattamento, sui tempi di conservazione dei dati e sulle finalità commerciali o statistiche adoperate.
Nel dettaglio:
- I dati registrati dal dispositivo di telepedaggio sono conservati nelle infrastrutture IT del gestore (ad es. Telepass o UnipolMove) e possono essere condivisi solo con i concessionari autostradali e le autorità pubbliche per scopi previsti dalla legge.
- L’utente può esercitare diritti di accesso, rettifica o cancellazione dei dati secondo quanto stabilito dalla normativa.
- L’infrastruttura informatica è soggetta a regole stringenti di sicurezza e crittografia, riducendo il rischio di uso improprio o accessi non autorizzati.
Proprio la digitalizzazione crescente del settore ha favorito processi più trasparenti e facili da monitorare, sia per l’utente finale sia per le autorità di vigilanza. Tuttavia, il vero “controllo” resta in ultima analisi affidato al soggetto titolare del contratto di servizio – di norma Telepass S.p.A., Mundys, UnipolMove, MooneyGo o altri autorizzati – e sottoposto alle regole pubbliche e private di gestione dei dati personali.
È importante sottolineare che, anche in presenza di concorrenza, il sistema infrastrutturale e tecnico su cui si basa il telepedaggio italiano rimane un patrimonio coordinato tra concessionari pubblici, enti privati e autorità di regolazione. La vera novità degli ultimi anni consiste quindi nella pluralità di operatori tra cui scegliere – ciascuno responsabile giuridicamente e tecnicamente della propria piattaforma – e nella natura sempre più digitale, interoperabile e user-friendly di un servizio ormai fondamentale per la mobilità urbana ed extraurbana nel nostro paese.