NOVITA
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Il dolore vissuto
(arte)
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AUTORE: FERDINANDO SCIANNA
GENERE: ARTE
COLLANA: ARCOBALENO
PAGINE: 40
PREZZO: 10,00 €
ANNO DI PRIMA EDIZIONE: 2017
ISBN: 978-88-98039-34-0
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RECENSIONI
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RISVOLTO DI COPERTINA
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Il fotografo si trova a Makallè, in Eritrea, in un campo profughi. Scatta le sue immagini. È il suo mestiere. Cos'altro dovrebbe fare? Intorno a lui dolore e morte. Vede gli infermieri che pesano dei bambini e li misurano: pelle e ossa. Chiede: perché? Gli rispondono: per sapere chi curare e chi no. Chi salvare e chi no. Lo assale l'angoscia, lo sconforto, il senso di colpa, forse anche la vergogna. Non vuole più fotografare. Schifa il suo mestiere che gli chiede di ritrarre quei cadaverini prossimi e venturi. Chiede a un medico: cosa posso fare? Lui lo respinge: non ha tempo da perdere con un fotografo in crisi. Questa storia, narrata dal fotografo, un grande fotografo, Ferdinando Scianna, è il punto culminante di questo piccolo libro d'immagini e parole. Si interroga sulla compassione, su cosa si prova a vedere e ritrarre la miseria, il dolore, la morte in giro per il mondo. Perché dovrei fotografare ancora? E perché proprio questo? Una domanda che non resta inevasa. Non sono molti i fotografi che si pongono questi interrogativi. O almeno che riescono a esprimerli con l'esattezza e la concisione di questi appunti, con frasi che risuonano così profondamente, non solo nel linguaggio, ma anche negli scatti che ci mostra. Qui sono le parole che dominano rispetto alle immagini. Non le spiegano, bensì si contrappongono ad esse. Entrambe sprigionano un'umanità che non manca mai nella fotografia di Ferdinando Scianna, vocata ab origine al racconto del dolore, e della pietà che da quel dolore scaturisce. Il dolore appartiene alla struttura di fondo della sua psicologia di fotografo, dolore e rito sono gli elementi che custodiscono il segreto della sua vocazione a essere fotografo. Compassione, "patire con", questa la parola chiave del libro, quaderno di appunti, taccuino di parole e immagini. Patisce Scianna con le persone che fotografa, le fotografa perché patisce, e cerca un senso a tutto questo. Le immagini ci stanno davanti come qualcosa d'altro, di alieno. Le abbiamo fatte noi, ma non sono noi. L'unica risposta alla domanda posta al medico a Makallè è: Fai delle buone foto! Questo fa Ferdinando Scianna. Altro non c'è.
Marco Belpoliti
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BIO-BIBLIOGRAFIA
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FERDINANDO SCIANNA, nasce a Bagheria, in Sicilia nel 1943.
Compie all'Università di Palermo studi, interrotti, di Lettere e Filosofia.
Nel 1963 incontra Leonardo Sciascia con il quale pubblica, a ventun anni, il primo dei numerosi libri poi fatti insieme: Feste religiose in Sicilia, che ottiene il premio Nadar.
Si trasferisce a Milano dove dal 1967 al 1982 lavora per il settimanale "L'Europeo" come fotoreporter, inviato speciale, poi corrispondente da Parigi, dove vive per dieci anni.
Introdotto da Henri Cartier-Bresson, entra nel 1982 nell'agenzia "Magnum".
Dal 1987 alterna al reportage e al ritratto la fotografia di moda e di pubblicità, con successo internazionale.
Svolge anche, da anni, un'attività critica e giornalistica su temi relativi alla fotografia e alla comunicazione con immagini in generale.
Negli ultimi anni tenta una letteratura ibrida con testi e immagini.
Tra i suoi libri più importanti ricordiamo: Feste Religiose in Sicilia (Bari, 1965); Les Siciliens (Parigi, 1977); Marpessa, un racconto (Milano, 1993); Quelli di Bagheria (Lugano 2002 - Roma 2003); La Geometria e la Passione (Roma, 2009); Etica e fotogiornalismo (Milano, 2010); Autoritratto di un fotografo (Milano, 2011); Visti & Scritti (Roma, 2014); Obiettivo Ambiguo (Roma, 2015); Istanti di luoghi (Roma, 2017).
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